t’anno ho riaperto il cassetto dei sogni e per 15 giorni me ne sono andato in Turchia, solo. Apparentemente solo, ma in compagnia della mia moto e di tutti gli amici e persone che ho avuto il piacere di conoscere lungo la mia strada. Ciclisti, stranieri ed un solo italiano, venditori ambulanti, parcheggiatori tutto fare che diventano camerieri e ristoratori, albergatori, contadini, anziane signore, paesani di zone non turistiche, rari motociclisti che salutavo fermo al semaforo, viaggiatori come me. E tutti quelli con cui ho condiviso un saluto di “benvenuto” accompagnato da un “stammi bene” e “buon viaggio”.
Ho percorso strade principali e secondarie prevalentemente isolate o con un traffico che in Italia si trova solo di notte. Ho raggiunto ed attraversato città molto grandi e caotiche ma ben tenute, in primis la megalopoli Istanbul. Ho guidato sulla nera striscia d’asfalto che tagliava in due l’IMMENSO ORIZZONTE. Così da poter guidare rilassato ed ammirare il mondo che si mostra con le sue meraviglie. E questo, secondo me, è già una buona riuscita di un viaggio.
Queste le tappe: Ancona, Igoumenitsa (traghetto), Meteora, Istanbul l’antica Costantinopoli capitale dell’impero Romano d’oriente con le sue eleganti moschee, lo storico Gran Bazar, Il mar nero, Safranbolu con le sue case ottomane e lo zafferano, il lago salato di Tuz Golu dal bianco accecante, Goreme e la Cappadocia con i suoi coni e le colorate valli che assomigliano a piccoli canyon, la città sotterranea di Derinkujo, la meravigliosa valle Ihlara con le sue chiese rupestri scavate nella roccia e la fresca acqua del torrente che scorre nel suo letto, il cratere di Meke, lo scenografico granaio di Granaries, il lago Beysheir, Karakoy con il suo villaggio abbandonato dopo lo scambio di popolazioni tra Turchi e Greci, la via Lycia e la costa del mar Egeo con le sue isole frastagliate.
Mercati stracolmi di verdure ordinate a forma piramidale ed animali da cortile in vendita, il buon cibo sempre misto di carne e verdure, le lire turche, il caloroso e spesso offerto “Cay” il tè del benvenuto e del “facciamo due chiacchere”, i ristori con panchine dentro al torrente, gli sguardi stupidi e le curiosità degli abitanti dei poveri villaggi isolati, gli accampamenti sentendo con il rumore del mare, in frutteti o improvvisati su palafitte in legno sopra tranquilli torrenti, le notti in tenda con il Muezzin in preghiera alle 4:30, le antiche e numerose testimonianze Romane Bizantine e Ottomane, i paesaggi infiniti dell’altopiano Anatolico. Momenti immortalati nella mia mente che ricorderò a lungo.
5080km, 15giorni, 4 traghetti. La moto sempre perfetta. Nessun problema con le persone, nessuna mancanza di rispetto o tentativo di raggiro.
Cordialità, gentilezza e benvenuto: questo ho trovato nel popolo turco.
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